Scansano, la missione

Scansano, la missione

Scansano – provincia di Grosseto. Paese famoso per quel vino ricco di storia, di cultura quale è il Morellino (di Scansano, appunto); per quel vino ricco di vita: carta vincente di un paese ”dilaniato” dalla crisi, dal lavoro che non c’è e da quella solitudine – maledetta – che uccide, che ti lacera dentro fino a consumarti. Dilaniato da quella mancanza di solidarietà che ti porta a serrarti in casa, a chiuderti…tra quattro mura, nel tuo ”io” – ripensando – forse, sommessamente – a quella ”società dell’amore” che ognuno di noi sarebbe – oggi stesso – pronto a costruire.
Una settimana di missione. La prima esperienza per un noviziato che ormai si prepara – al sole della Croce – a riaccogliere i frutti, i più maturi, di un anno bello, intenso – faticoso per alcuni versi, ma vero, profondo: un anno orientato a Cristo. Un anno passato ai piedi del Crocifisso – con lui, vicino a noi: lui, Paolo della Croce, amato padre.

Mi vien chiesto di scrivere: lo faccio, perché è la cosa che mi riesce meglio, e mentre scrivo ripenso…ricordo – ”faccio memoria”. Il primo amore non si scorda mai, per me è un pò così: la mia vocazione è nata tra la gente, in quella pastorale spicciola che mi piace tanto e che ha costruito il mio essere. E quando sto tra la gente – in quello scorrere di volti, di sguardi, di ansie, di speranze…di gioie ritrovo me stesso: comprendo che l’uomo – ogni uomo – ha bisogno di Dio, che nel mezzo di tante parole ho bisogno di quella Parola – la sua, eterna – che ti sradica dal tuo egoismo e ti proietta verso l’A/altro. Verso Lui. Questo è stata per me Scansano, la missione. Fedele al mio carisma. Fedele a quello slancio missionario – ad gentes – della Chiesa che sembra essersi indebolito.

Cristo affascina, anche quando ad annunciarlo sono cinque – poveri ed insufficienti – frati che armati di chitarra e Crocifisso (e tanta buona volontà) hanno ravvivato – anche sotto la pioggia – il clima di un paese di montagna, distante…indifferente (forse!?). Il missionario converte i cuori portando la «rivoluzione del Vangelo» che sviluppa l’uomo e la società umana, e noi passionisti siamo chiamati a mantenerci fedeli al carisma, solo per essere credibili coscienti che quanto più ci si allontana da questo orizzonte di salvezza soprannaturale, sposando ideologie e progetti umani, tanto più diventiamo spiritualmente sterili.

A Scansano non si è voluta portare nessuna grande novità: se non l’unica grande Novità – conosciuta, da tempo, per altro – ma che fa fatica ad entrare, a conquistarci: Gesù Cristo. Abbiamo portato Lui, Crocifisso che ”ci tiene quaggiù crocifissi con Lui” (cit. Santo Curato d’Ars). Abbiamo seminato – per Lui, noi, ”lavoratori” a tempo pieno – chicchi di Parola, chicchi di Cielo.

Alvaro, Domenico, Dada, Guido, Lucia, Candida, Barbara, Piero e il suo fratello gemello e anche Lei, cara e buona, signora che seguiva – ogni mattina – la preghiera delle lodi dal mio cellulare ed era sempre pronta a smanettare tra la sua borsa per recuperare un fazzoletto quando il mio naso cominciava a colare per il freddo, a voi e a tanti come voi, il mio – il nostro – ”grazie”. Grazie anche a lei, gentile signora, che veniva ogni giorno – a pranzo e a cena – a rigovernare la canonica. Un ”grazie” sincero, senza orpelli, senza fronzoli – come il grazie dei figli – lontani, ma sempre vicini, uniti da quel cuore – il suo, aperto – che fa bello il mondo, che spinge – ogni giorno – la storia, la nostra, verso le sue braccia. Verso Lui.

Questa è stata per me Scansano, la missione. Un bussare continuo ad ogni porta, anche a quelle che sono rimaste chiuse. Sbarrate. Un po’ come la sua esperienza: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). Porte che si aprono dal di dentro.

Questa è stata per me la missione: un incontro di volti, di sguardi…di cuori. Ferite da fasciare, abbracci da donare, lacrime…storia da narrare – case da benedire – parole da cantare, più semplicemente vita da condividere. Grazie!
Andrea, novizio

 

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