I novizi passionisti vestono l’abito della Passione

I novizi passionisti vestono l’abito della Passione

Domenica 8 dicembre 2013 nella chiesa conventuale dedicata alla Presentazione di Maria al Tempio, abbiamo indo l’abito della Passione di Gesù Cristo. Un giorno di grazia nel Signore che vede le nostre vite sempre più radicate e confermate alla sequela di Cristo. I novizi: confratel Ippolito dell’Addolorata, cf. Salvatore del Sacro Costato, cf. Alberto dell’Immacolata, cf. Marino del Buon Pastore, cf. Giovanni di Gesù, cf. Davide di Gesù Bambino, cf. Marcelo di San Gabriele. La vestizione dell’abito della Congregazione Passionista non è il “mettersi” una “divisa” oppure un abito da sfoggiare per rendersi riconoscibili e fare bella mostra agli occhi della gente, ma è un segno importantissimo nel cammino della nostra formazione religiosa.

Non è l’abito ad essere importante ma è il rivestirsi di Cristo, questo è il messaggio che deve essere scritto nei nostri cuori e per comprenderne la sacralità, ci siamo preparati spiritualmente con la preghiera, il ritiro e lo studio della spiritualità del nostro fondatore San Paolo della Croce. In particolare ci siamo soffermati sulle pagine del “Diario” dei quaranta giorni di ritiro a Castellazzo Bormida (resoconto voluto da Mons. Francesco Maria Arborio Gattinara vescovo di Alessandria), dove San Paolo della Croce scrisse la prima bozza delle Regole (dal 23 novembre 1720 al 1 gennaio 1721).

Abbiamo approfondito il significato dell’abito, il rivestirsi di Cristo e dei segni (la croce e la corona di spine), ricercando nei passi biblici dei riferimenti, per interiorizzarli, farli nostri essere consapevoli di quel gesto e del suo valore, che non sono un puro atto scenico nel rito della vestizione. Tensione, gioia e commozione questo è quello che sentivo domenica mattina, il tempo sembrava scorrere velocemente e dovevo fare ancora tante cose pensavo di non riuscirci.

Poi il momento è arrivato, ci siamo ritrovati in coro, messi in fila dietro la croce astile e in processione siamo giunti all’ingresso della chiesa, le lacrime hanno cominciato a scendere, tanta era la gioia che provavo, la stessa dei miei confratelli novizi. La cerimonia è stata presieduta dal Superiore Provinciale LAT (A Latere Jesu) Cosimo Chianura, concelebravano sacerdoti di diverse province.

Questo per me è stato un altro motivo di gioia perché è la provincia da cui provengo, (anche se ora è più giusto parlare di Provincia CEB perché ci stiamo configurando in un’unica), ma soprattutto perché a lui ho chiesto di entrare tra i Passionisti tre anni fa, ed è per me come un padre. L’emozione è diventata più forte dopo l’omelia, era il momento della vestizione. Gli abiti sono stati benedetti e noi chiamati uno ad uno al presbiterio in piedi davanti al Provinciale, alle parole “ricevi l’abito spogliati dell’uomo vecchio” abbiamo indossato abito e cintura aiutati dal padre Maestro Carlo Scarongella e da padre Josè Orbegozo. Il coro ha intonato il canto “Chi ci separerà” la voce si è stretta in gola e non ho potuto trattenere le lacrime, così i miei confratelli. Non potevo guardarmi, ma vedevo loro, con i volti pieni di gioia e commozione, che tenerezza ho provato!

Nel corso della cerimonia, il momento più forte, quello dei segni; inginocchiati uno ad uno davanti al Provinciale abbiamo ricevuto la croce e la corona di spine segni della Passione di Cristo di cui facciamo memoria, in quel momento ho realizzato, e la consapevolezza di essere scelto dal Signore, sentire la responsabilità del cambiamento radicale della mia vita, del mio modo di essere, si sono incise nel mio cuore.

Sto donando la mia vita, vivrò per Lui con Lui e in Lui.

(Salvatore Palumbo)

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