La santità genera santi – La Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione

Inizia oggi a Porto Santo Stefano il triduo in onore della Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione. I novizi insieme ai loro formatori animeranno la liturgia di questa intensa giornata.
La storia della beata Maria Maddalena è, per certi aspetti, legata alla nostra Congregazione.  Paolo della Croce, suo fratello Giovanni Battista e i primi Passionisti dal Monte Argentario scendevano sovente a Porto S. Stefano per predicare Gesù Crocifisso e richiamare la popolazione all’amore e alla devozione per la Santissima Eucaristia.

La presenza ed il passaggio di San Paolo della Croce e dei suoi primi compagni lasciarono un’impronta profonda nel borgo, grazie alla dirompente forza d’urto della loro predicazione.

E poiché l’amore seminato non può che germogliare e portare frutto, così la santità necessariamente genera santi.

Scrive P.Tito Paolo Zecca C.P. :

Leggendo la biografia della Venerabile Madre mi ha molto colpito il fatto che abbia mosso i primi passi nella via della ricerca di Dio e della sua volontà all’ombra del Monte Argentario. Per i Passionisti questo stupendo promontorio è come la Verna per i Francescani e Montecassino per i Benedettini. Su questo monte il nostro Fondatore, san Paolo della Croce (1694-1775), insieme al ven. suo fratello padre Giovanni Battista (+1765), ha edificato i primi due “ritiri” comunitari, con tanti sacrifici ed enormi difficoltà. A Orbetello ed a Porto Santo Stefano i primi padri della nascente congregazione hanno profuso il loro zelo apostolico con le “missioni”, la predicazione quaresimale e il ministero della riconciliazione, sempre unito ad una saggia e prudente direzione spirituale.
Divo Barsotti ha potuto scrivere che “in questi due ultimi secoli la mistica cattolica è in gran parte legata alla congregazione della Passione. (…) Alcune fra le più grandi donne che hanno avuto carismi eccezionali nella vita della Chiesa di questi ultimi secoli, sono legate o dipendono più o meno dai Passionisti; sono, fra le altre, Gemma Galgani a Lucca e Lucia Mangano in Sicilia” (Divo Barsotti, in Magistero di santi, Roma 1971, pp. 123-150, passim). E mi piace annoverare anche questa perla dell’Argentario, qual è la venerabile madre, nella corona di persone aiutate a seguire con generosità la volontà di Dio dai Passionisti. E’ stato un dono, quello della guida di anime elette, più volte ripetuto e rinnovato nella storia della congregazione, accettato con umile gratitudine e solerte impegno. Leggo nella biografia della venerabile: “La parrocchia di santo Stefano, grazie particolarmente alle cure assidue e all’assistenza spirituale di san Paolo della Croce e dei suoi Passionisti, prese a contraddistinguersi per la sua profonda pietà eucaristica. Infatti ola devozione al SS.mo Sacramento e alla Vergine santissima in special modo ai suoi dolori, è una delle caratteristiche dei passionisti; e che inculcarono tali devozioni, promovendo soprattutto il culto eucaristico” (L’Ordine delle Adoratrici perpetue. Notizie storiche, a cura di una Monaca adoratrice, Vigevano 1996, p. 9). Non sappiamo i nomi dei passionisti che entrano nella vicenda di Caterina; il primo ricordato è il religioso fratello che ritrova la bimbetta di appena tre anni persa nel bosco e la riconduce in casa e poi, citazione ancora più interessante, è quella che riguarda la frequentazione della chiesa della Presentazione dove Caterina trova chi la segue attentamente; individua in lei i segni della vocazione monastica, le indica la possibilità di entrare nel monastero delle Passioniste appena fondate in Tarquinia, ma si rimette alla decisione della giovanetta che invece si sente chiamata ad entrare fra le monache del monastero dei SS. Filippo e Giacomo di Ischia di Castro. Importante indizio di una grande libertà nell’operare il discernimento vocazionale che tutto è meno che tentativo di condizionamento per fini di proselitismo e tanto meno pretesto per plagiare le scelte di vita che devono essere operate in ascolto della volontà divina, con grande distacco dai possibili interessi di parte. L’episodio della visione del Crocifisso nello specchio sancisce come un sigillo al lavorio della Grazia che vuole entrare sempre di più nel cuore della giovinetta per prepararla ai futuri risolvimenti di Fondatrice dell’ultimo Ordine femminile della Chiesa. Esperienza analoga a quella di santa Teresa di Gesù davanti all’immagine dell’Ecce homo.