Solo se impariamo a riposare nel silenzio di un incontro possiamo scoprire e portare agli altri parole veritiere. Solo se il centro della nostra vita è quell’incontro – con Dio, appunto – sapremo distingue le di lui false immagini, liberandoci dalle trappole dell’egoismo e dell’arroganza.
L’Apostolo scrive ai cristiani di Filippo: “Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3, 13-14).
E’ un’immagine profondamente dinamica. Delinea la figura del religioso, che diventa per questo mondo, con le sue scelte, profezia del Regno.
Il consacrato è scavato ogni giorno dal desiderio del cielo! Il consacrato offre unità in un mondo di legami che si dissolvono; in una “modernità liquida”, sempre più decentrata, il religioso, propone la parola della Croce.
Pensieri o proposte? A noi la scelta.
Per me sono proposte vere per una vita bella, proposte fiorite nel mio cuore in questi giorni in cui abbiamo fatto memoria del nostro Fondatore Paolo della Croce.
Nove giorni di novena – scanditi da pensieri originali e profondi sgorgati dal giovane cuore sacerdotale del nostro vicemaestro P. Daniele Curci; parole, quelle di P. Daniele che ci han fatto sentire Paolo della Croce vivo e presente in mezzo a noi; sembrava quasi di vederlo – con gli occhi del cuore – seduto in fondo alla Chiesa, col suo mantello, col bastone in mano e il Crocefisso nella cinta…coi piedi segnati dal tanto camminare, con gli occhi stanchi per le fatiche apostoliche. Sembrava quasi di vederlo, Paolo della Croce, mentre col dito ci indicava il cielo!
Ieri, poi, giorno della sua festa, ha avuto luogo una solenne messa presieduta da P. Ottaviano D’Egidio, già preposito generale emerito, partecipata da numerosi fedeli e autorità e concelebrata anche da numerosi sacerdoti tra i quali P.Josè Augustin Orbegozo, che non ha bisogno certamente di presentazioni.
Un altrettanto solenne pranzo ha allietato il nostro stare insieme. Figli e fratelli, benefattori e amici riuniti nel nome e dal cuore di un unico padre e amico, Paolo della Croce.
La messa serale è stato, poi, celebrata da P. Maurizio De Sactis.
Tanti doni…tanti volti…un solo cuore, segnato dal carisma della Passione di Cristo.
In conclusione caro padre Paolo, amato Fondatore, avevi ben capito che l’uomo è sempre in fuga: da Dio, dal mondo…e purtroppo anche da se stesso, per questo gli ha parlato dell’Amore additando alla croce, poiché in quella perenne fuga potesse fermarsi e sotto la croce, riprendere fiato. Grazie!
Lascia un commento