La bibbia, la sacra scrittura, la parola (di Dio), come d’altronde la torah sono parole di genere femminile, perché, ama dire una tradizione rabbinica, partorisce i suoi lettori alla luce, alla vita. La nostra cultura vede volentieri nella Sacra Scrittura la storia patriarcale, come dimostrano le storie dei patriarchi e di altri eroi maschili (profeti), ma la Sacra Scrittura è anche il testo in cui (sempre) le donne ci attendono al varco molto più vive di quanto non sembrerebbe. Esse sembrano confinate all’ombra dei protagonisti maschili che agiscono come se controllassero tutte le cose. Tuttavia esse non hanno un ruolo meno determinate. Si trovano, infatti, sempre là dove, al riparo dagli sguardi, si fanno scelte che determinato il futuro. Quasi sempre pronte a difendere la vita, sanno come fare per evitare che essa sprofondi nei vicoli ciechi dell’ingiustizia, della violenza. E la loro audacia sovente non ha pari se non nella loro grandezza d’animo e discrezione.
In questa novena di preparazione al santo Natale, oltre un breve commento sul brano evangelico vengono presentati ritratti femminili nella Bibbia.
- La donna di Sunem (insolente tenacia)
- Levatrici, madre, sorella e principessa (alleate per la vita)
- Tamar (La scaltrezza al servizio della giustizia)
- Ester (solidarietà coraggiosa)
- Raab (nemica alleata)
- Betsabea (da intrigante a regina)
- Lei (donna del Cantico)
- Anna (una madre fuori dal comune)
- Rut (straniera, matriarca d’Israele)
Hermanus Beda Koten