Sette frati Passionisti in mezzo alla comunità maremmana

Il Signore è sempre qui e bussa alla nostra porta a volte dolcemente, a volte con la forza di eventi sconvolgenti, ma sempre aspetta che siamo noi ad aprirgli. E se gli apri, Lui viene e ama con te, viene ad abitare con te e la tua vita cambia. Nella settimana dal 1 ° all’8 maggio ha scelto di bussare con insistenza alle porte degli abitanti di Manciano attraverso la presenza in mezzo a noi di sette frati passionisti, due sacerdoti, padre Carlo e padre Daniele, e cinque novizi: Gaetano, Pasqualino, Andrea, Carlo e André, un ragazzo portoghese. Fin dal mattino presto, 4 o 5 giovani aitanti con l’abito lungo nero e le chitarre in spalla si aggirano in mezzo ai ragazzi e ai bambini che vanno a scuola, sorridono, salutano, invitano, poi entrano nelle aule e cantano e parlano di Gesù e, con quelli più grandi, provocano riflessioni sulla vita, sulla loro vita, sul senso della vita. Alle 9 le lodi, di seguito l’adorazione, le confessioni, i colloqui spirituali, la catechesi sui Comandamenti o, meglio, sulle dieci Parole che indicano la via maestra per vivere bene ed essere felici.
E poi la visita alle famiglie e ai malati ai quali è stata anche dedicata la celebrazione eucaristica del giovedì con il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Nel pomeriggio Messa e catechesi sulle opere di misericordia spirituale. Alle 21 centri di ascolto nelle famiglie: tante esperienze, tante condivisioni, tanti incontri, tanti momenti di luce.
Venerdì sera, via Crucis per meditare e pregare la Passione di Cristo lungo le strade del paese vecchio. Sabato, ancora significative esperienze: la caccia francescana per i ragazzi, preparata dagli Scout, l’incontro con i genitori e la sera e la notte, dopo una lunga, intensa adorazione (una luce nella notte), ad aggirarsi in mezzo alla gente, insieme ai frati, un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze del Rinnovamento dello Spirito venuti da Pisa e da Siena, dal volto luminoso, a pregare, a cantare, a far vedere come è bello vivere con Gesù. Un programma intenso e coinvolgente, preparato con cura da don Fabio con i collaboratori dei vari gruppi e svolto alla grande dai frati, insieme allo Spirito Santo, in grado di rispondere ai tanti bisogni di ogni età e di ogni situazione di vita. A concludere la settimana, domenica mattina la Messa presieduta dal nostro Vescovo che nell’omelia ha sottolineato quale gioia dia la fede, quale forza per affrontare le inevitabili difficoltà della vita, quale pace nel fare le scelte giuste in questo mondo pieno di invidia e rancore; in piazza, canti, balli e giochi di bambini, ragazzi e adulti guidati da padre Carlo e la consacrazione alla Mamma del Cielo nel giorno della festa della mamma. Per finire un grande convivio alla Villa aperto a tutto il paese e per il quale tutti si sono mobilitati. Questa è stata la missione al popolo. Con questa settimana di grazia il Signore, infatti, vuole risvegliare la nostra coscienza di essere tutti figli suoi, amati e attesi e consolidare la consapevolezza di essere comunità orante e operante, di essere popolo di Dio, di essere Chiesa.
Durante un’omelia, padre Daniele, con una felice divertente metafora, ha riportato papa Francesco quando parla di cristiani panchinari, paragonando la comunità a una squadra di calcio in cui ci sono i giocatori in campo che corrono trafelati e quelli in panchina che criticano, rimproverano, sbraitano ma intanto se ne stanno comodamente seduti a guardare. Come siamo bravi a emettere sentenze sulla nostra società come se a farla così com’è fosse stato qualcun altro! Ma il Signore è lento all’ira e grande nell’amore, non si stanca mai di chiamarci e di aspettarci: apriamogli la porta e lasciamo che ci usi come strumenti della sua eterna misericordia.
Alla fine di questa settimana, Egli ci dice: «glorifica il Signore, Gerusalemme, loda Sion il tuo Dio. Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli».
di Gloria Salvatori Camillo – Toscana OGGI 15 maggio 2016