S.Paolo della Croce e il francescanesimo

Ad un giorno dalla festa del serafico Francesco d’Assisi, prosegue l’approfondimento sul rapporto tra il Santo della Passione ed il francesanesimo. Nel testo “Le fonti della spiritualità di S.Paolo della croce” Ed.CIPI a pag.45 è riportato un interessante articolo di Costante Brovetto intitolato “S.Paolo della croce e il francescanesimo“.
Nel testo il religioso passionista mette in evidenza come il primo richiamo a S.Francesco si trovi già nel nome del nostro Fondatore. Come infatti scriveva S.Vincenzo Maria Strambi:

“Nel battesimo fu imposto al bambino il nome di Paolo Franesco, forse non senza particolare disposizione di Dio, perchè dovea questo fanciullo, divenuto poi grande avanti a Dio e agli uomini, predicare ad imitazione dell’apostolo s.Paolo Gesù Cristo Crocifisso e risvegliare nei cuori degli uomini la memoria della vivifica Passione del redentore, al quale fine fu anche prodigiosamente eletto il serfico patriarca S.Francesco”.

Ma l’influenza del francescanesimo nella vita di Paolo della Croce deve anche ricondursi agli albori della vocazione di Paolo, precisamente alla familiarità che ebbe con i cappuccini del convento di Castellazzo Bormida. Nella chiesetta per anni fu visto servire le Messe dei padri, e lì concludeva, con un’ora finale di meditazione, le sue passeggiate domenicali. Proprio tornando da quella chiesa Paolo ebbe la grande visione mariana di fondazione. Ad un padre cappuccino, il P.Girolamo da Tortona, Paolo si rivolse quando il suo parroco, non capendone lo spirito gli consigliò di rivolgersi ad altri.

Nonostante lo scarso riferimento esterno a s.Francesco nelle lettere e nelle testimonianze pervenute, non si può negare una certa ispirazione allo spirito francescano quanto all’amore per Madonna Povertà (si pensi all’iniziale scelta del nome “Poveri di Gesù”), alla predicazione itinerante, al “fondamentalismo evangelico” e al metodo di condurre le missioni con l’eliminazione delle esteriorità barocche sul modello di S.Leonardo da Porto Maurizio.

Senza dubbio il “Poverello” d’Assisi era tra i S.Fondatori che, nel ritiro dopo la vestizione Paolo scorse “in spirito, con intelligenza dell’anima, non con forma corporea, prostrati davanti l’Altissima Maestà di Dio a pregare per l’esito felice della SS. Ispirazione di scrivere la regola per i Poveri di Gesù”.

Così conclude Costante Brovetto:

Anche ora, nella storia della spiritualità, un profumo di francescanesimo discretamente avvolge la Congregazione della Passione, nella grande comunione di tutte le famiglie religiose, tra le quali essa, secondo il suo Santo Fondatore, si reputa “povera, minima ed ultima”.